giovedì 22 settembre 2011

Domani brutto tempo: pioggia di rottami spaziali sull'Italia



Alcuni componenti del vecchio satellite della Nasa che dovrebbe rientrare nell'atmosfera terrestre nei prossimi giorni, potrebbero finire sull'Italia. E' uno degli scenari, secondo quanto si apprende da fonti qualificate, che in queste ore si stanno delineando nelle simulazioni effettuate dalle agenzie spaziali. Per mettere a punto gli eventuali interventi, il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha convocato il comitato operativo.
Al momento, spiegano le fonti, non ci sono dati certi ma le simulazioni effettuata dalla Nasa darebbero come possibile e probabile che, al momento del rientro del satellite - quando questo brucerà nell'atmosfera - 26 suoi componenti potrebbero raggiungere il suolo e cadere in un raggio di 800 chilometri.

Tra le traiettorie possibili di caduta, secondo quanto prevedono al momento le simulazioni, viene indicata anche l'Italia. Ma viene ribadito si tratta di simulazioni al computer che dovranno essere confermate, o smentite, dall'analisi dei dati che arriveranno nelle prossime ore.
Tuttavia non c'é da allarmarsi. Secondo Giovanni Bignami, ex Presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, sentito da Tgcom, la possibilità che qualcuno rimanga ucciso da un pezzo di satellite è "minore di quella di essere morsi da uno squalo, in Piazza San Babila a Milano". Secondo il fisico, "si è fatto un grande allarmismo ingiustificato" visto che "nella storia conosciuta, solo un cane egiziano è stato ucciso da un oggetto caduto dallo spazio, ma parliamo di molti secoli fa". 

mercoledì 21 settembre 2011

Pezzi di satellite sulla terra per l'equinozio d'autunno



Conto alla rovescia e fiato sospeso alla Nasa: è stato infatti calcolato che il 23 settembre potrebbe cadere sulla Terra un vecchio satellite da 7 tonnellate. Si tratta dell'Upper Atmosphere Research Satellite (Uars), lanciato in orbita nel 1991 per studiare l'interazione tra l'atmosfera terrestre e il Sole e inattivo dal 2005. Il timore è che non si distrugga completamente ma che una ventina di detriti possano cadere sulla Terra.
Il satellite, costato 750 milioni di dollari, misurava la concentrazione di gas, e dimostrò senza ombra di dubbio l'impatto dei Cfc nell'apertura dei buchi nella fascia di ozono sui poli. Spento nel 2005, Uars è rimasto in orbita inattivo.

Secondo la Nasa non sarebbe ancora identificabile il luogo del possibile impatto, ma gli esperti pensano che avverrà in qualche punto dell'oceano, dal momento che la maggior parte del globo è ricoperta dal mare.

Il rientro del satellite, che al momento si trova in orbita a 250 chilometri di altezza con un'inclinazione di 57 gradi, potrebbe interessare un'area di 800 miglia (1.287 km). La Nasa comunque rassicura, sottolineando che le probabiltà che un frammento colpisca qualcuno è di una su 3.200, "estremamente remota".