domenica 25 maggio 2008

Ciclone Nargis: 78.000 i morti in Birmania (e nessuno ne parla)



E' difficile non pensare a come sia appena accaduto il terremoto in Sichuan, è difficile non pensare a una catena di eventi, è difficile non notare come i media si dimentichino troppo in fretta dell'uno e dell'altro...

fonte: La Repubblica del 16 maggio 2008


RANGOON - I numeri sono quelli dell'ecatombe. Il nuovo bilancio delle vittime del ciclone Nargis, che lo scorso 3 maggio ha spazzato la Birmania meridionale, è di 77.738 morti. I dati sono forniti dal governo. I dispersi ammontano a 55.917. Un totale di 133.655 persone. Intanto, piogge torrenziali continuano ad abbattersi sul delta dell'Irrawaddy, teatro della tragedia, e la gente continua a a morire per le malattie, gli stenti e anche per il freddo.

Via libera a visita dei diplomatici. Il nuovo bilancio è il primo, fornito dalla televisione di Stato, a dare del disastro una dimensione più in linea con le stime delle organizzazioni internazionali che fanno salire il totale tra morti e dispersi a 200 mila persone, e i senzatetto a forse due milioni e mezzo. Insieme al bilancio più trasparente, da parte della giunta militare al potere è arrivata una piccola apertura. Sabato, per la prima volta, una delegazione di diplomatici di stanza a Rangoon potrà visitare la zona del delta. Niente da fare per i giornalisti stranieri, la cui presenza resta non gradita. Il commissario Ue allo sviluppo e agli aiuti umanitari, Louis Michel, rientrato a Bangkok da Rangoon, ha annunciato che sabato potranno entrare nel paese cento medici di Paesi vicini alla Birmania.

Il rischio epidemie. Organizzazioni umanitarie e le agenzie delle Nazioni Unite intanto aspettano, bloccate dal governo locale, mentre dall'Irrawaddy arrivano testimonianze di sopravvissuti che parlano dei loro congiunti morti di freddo e di stenti nei giorni successivi al ciclone. Incombe lo spettro delle epidemie. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, sarebbe a rischio almeno il 20% dei bambini scampati alla catastrofe. Alcuni casi di colera sono già stati confermati ma il numero, al momento, non sarebbe superiore alle medie normali nella zona. Ma l'organizzazione avverte: il momento di maggior pericolo per le epidemie sarà il periodo tra i 10 e i 30 giorni dopo il tifone.

Le richieste di aiuto. La Croce Rossa ha chiesto 32,7 milioni di euro alla comunità internazionale per aiuti urgenti alla Birmania e anche l'Onu vuole raccogliere fondi, ma aspetta la riunione ministeriale di lunedì dell'Asean (di cui fa parte la Birmania) a Singapore, per stabilire dove e quando indire una "conferenza per raccogliere fondi". E' attraverso la mediazione asiatica che la comunità internazionale cercherà di convincere la giunta militare birmana, per evitare che alla catastrofe naturale segua una catastrofe umanitaria dal bilancio prevedibilmente pesantissimo.

Kouchner: "Un crimine contro l'umanità". Il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, considera il rifiuto, da parte della giunta militare birmana di accogliere operatori umanitari stranieri, come un "inaccettabile crimine contro l'umanità". Kouchner ha ribadito che le Nazioni Unite dovrebbero riconoscere in tale situazione la "responsabilità di proteggere" da parte della comunità internazionale, un concetto che risponde al "diritto di ingerenza umanitaria".




giovedì 15 maggio 2008

Terremoto in Cina: è catastrofe, più di 8.000 morti





Fonte: http://it.wikinews.org

La notizia arriva dalla Cina: il sisma più violento degli ultimi trentadue anni ha colpito stamane la provincia del Sichuan, con risonanze anche nei vicini Shaanxi e Gansu, per un totale di ben 1,3 milioni di chilometri quadrati abitati da 180 milioni di persone. La scossa è stata avvertita fino a Bangkok, in Thailandia, a Taiwan, in Vietnam, a Shanghai e a Pechino. In seguito al sisma sono state registrate non meno di altre 13 forti scosse di assestamento, di magnitudo variabile tra 4,9 a 6,0. Si tratta del più forte evento sismico che abbia caratterizzato la regione negli ultimi 60 anni.
Per tragica concomitanza, ad appena pochi giorni dal ciclone Nargis, che ha flagellato la Birmania e di cui si contano ancora le vittime (in rapida ascesa), il Sudest Asiatico è stato piegato da un altro disastro epocale. Il continente più grande del mondo è densamente popolato nelle sue regioni meridionali, così che, è facile che disastri naturali provochino un numero elevato di vittime.
Secondo lo United States Geological Survey (USGS) il sisma di oggi ha raggiunto magnitudo 7,9 nella Scala Richter. L'USGS ha registrato il sisma, inizialmente stimato di magnitudo 7,8, alle 6:28:00 UTC. Differentemente dal terremoto in Iran del 2003, la popolazione non è stata sorpresa nel sonno. Nondimeno molti edifici pubblici popolati all'ora del terremoto (scuole, ospedali, fabbriche, templi) sono andati distrutti. Gli scienziati stimano in almeno 8 500 le vittime e notizie locali riportano oltre 10 000 feriti.


La provincia del Sichuan, con segnalato l'epicentro del terremoto
L'Istituto Superiore di Juyuan è crollato con 900 studenti rimasti sotto le macerie, di questi una cinquantina sono stati estratti già morti. La scuola sorgeva a 100 km dall'epicentro, ma nemmeno questa considerevole distanza è stata sufficiente a salvarla e a proteggerne gli occupanti. Altre cinque scuole sono crollate a Deyang, altra città della provincia, mentre le scosse di assestamento - oltre 300 - hanno continuato a flagellare la zona. Di queste una di 5,4 gradi è stata avvertita alle 16:21.
L'epicentro del terremoto è stato localizzato nella prefettura di Aba, 90 chilometri a nordovest di Chengdu nello Sichuan ed è stato calcolato dagli scienziati ad una profondità di 10 km. Almeno 11 000 persone risiedono nell'area e l'interruzione delle comunicazioni non consente di conoscere l'entità totale dei danni.
La contea prevalentemente montagnosa del Wenchuan, la zona maggiormente dissestata, è irraggiungibile a causa delle strade sconvolte. Il bilancio finale è ben lungi dal definirsi, ma si teme che sarà di proporzioni disastrose: quello di oggi ha avvicinato il primato del terremoto del 1976, che con i suoi 8,2 gradi di magnitudo devastò Tangshan uccidendo quasi 300 000 persone (ma altre fonti parlano di 600 000). A tutt'oggi è il sisma che ha causato più vittime, senza paragoni nella storia dei terremoti. Il premier cinese Wen Jiabao, geologo di professione, ha definito il cataclisma "un disastro", chiedendo che la popolazione mantenga calma e fiducia.
Rispetto al '76 la Cina è anche un Paese molto più industrializzato: due fabbriche chimiche sono crollate seppellendo centinaia di persone e disperdendo 80t di ammoniaca nell'ambiente, rischiando così un disastro ambientale.
Il Sichuan è una zona ricca di simboli legati alla storia e alla cultura cinese. Tra i più importanti l'area paesaggistica di Huanglong; il Monte Emei, sacro ai buddisti e ospitante il Buddha Gigante di Leshan; il Monte Qincheng con il Sistema Irrigativo di Dujiangyan; le Incisioni Rupestri di Dazu; il Tempio della Capra Verde, uno dei più grandi templi taoisti della Cina; e molto altro.
Forse non tutte le catastrofi sono avulse dalle attività umane. Se i cicloni possono essere influenzati dai cambiamenti climatici, la Diga delle Tre Gole, nella vicina provincia dell'Hubei, ha già accumulato una tale massa d'acqua (pur se ancora incompleta) da poter accrescere sensibilmente il pericolo di forti attività sismiche.

martedì 6 maggio 2008

Ciclone in Birmania: almeno 15.000 morti





fonte: Il Corriere della Sera del 5 maggio

RANGOON (BIRMANIA) - 15mila morti, di cui 10mila nella sola città di Bogalay per il passaggio del ciclone Nargis in Birmania. I dispersi sono 30mila. Lo ha detto il ministro degli Esteri Nyan Win parlando alla tv di Stato, aggiungendo che il governo sta ancora valutando i danni nei villaggi remoti dell'area del delta del fiume Irrawaddy, particolarmente colpita, inclusa Rangoon, la più grande città del Paese. È la peggiore catastrofe naturale registrata in Asia dal '91, quando in Bangladesh morirono 143mila persone. Secondo fonti delle Nazioni Unite, i senzatetto sono nell'ordine delle centinaia di migliaia, ma potrebbero risultare milioni.