sabato 12 marzo 2011
Siamo su un pianeta fragile
Il terremoto ha spostato di 10 centimetri l'asse terrestre.
Questi i dati resi pubblici dall'Ingv.
Le conseguenze non sono prevedibili e, naturalmente, nessuno né parla. Viene diffusa semplicemente la notizia così, in mezzo a tanti altri dati e statistiche, tra quelli che strombazzano classifiche di orribile gusto facendo a gara tra i terremoti più potenti e quelli con il più alto numero di vittime.
Battaglie di numeri mentre il mare continua a restituire centinaia, che diverranno migliaia, di cadaveri, trasformati in cifre dai media. Cifre che paiono doversi impegnare in un'assurda lotta per un primato, un record, mediato da altre classifiche su scale di potenza sismica, un posto sul podio contro altre catastrofi.
E in mezzo a questi numeri che si rincorrono, il dato sullo spostamento dell'asse si confonde, si perde in mezzo agli altri, visto quasi come un dato colorito, una notizia di costume, quasi messa lì per sdrammatizzare.
E invece, invece è così che ha inizio.
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